Non c’è 2 senza 3: addio ammortamenti dai bilanci

Sullo stop agli ammortamenti l’11 ottobre 2020 avevo scritto: “La norma è intollerabile, diseducativa e, cosa che più mi sorprende, anche totalmente inutile“. Non ho cambiato idea e anche se pensavo che sarebbe stata estesa al bilancio 2021, mai avrei immaginato che sarebbe stata riproposta per tre anni consecutivi. Se vi state chiedendo, ma è già stata prevista anche per il bilancio 2022? Si, con la conversione del DL “Sostegni-ter” (Legge 28 marzo 2022, n. 25).
Con che coraggio spiegherò il prossimo anno alle ragazze e ai ragazzi in Università che la finalità suprema del bilancio, sovraordinata a qualunque altra regola, è la rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria della società e del risultato economico dell’esercizio?

Già qualcuno l’avrà notato, c’è anche il “risultato economico dell’esercizio” nell’art. 2423 c.c.

Il bilancio comunica lo stato di salute dell’impresa

Nel mio libro “Come leggere il bilancio dell’impresa” (qui la presentazione), a proposito della sospensione degli ammortamenti, ho scritto:

La poca consapevolezza del ruolo del bilancio è emersa anche tra gli addetti ai lavori nella primavera 2020, quando a seguito della pandemia, sono state introdotte modifiche transitorie alle regole del bilancio come ‘la sospensione’ degli ammortamenti. L’obiettivo, nobile, era di aiutare le imprese in un momento di difficoltà” (…)
Ma il bilancio delle imprese non è (soltanto) un obbligo di legge, un “fatto contabile”. Il bilancio è prima di tutto il documento attraverso il quale l’impresa comunica il proprio stato di salute ai destinatari (banche, fornitori, clienti, ecc.) al fine di ottenere la loro fiducia ed il loro indispensabile supporto. E quando si è malati, come è noto, l’unica soluzione è trovare una cura. Pensare di modificare le regole del bilancio, ritenendo in tal modo di sostenere le imprese, è come cercare di curare la febbre provocata dal virus COVID-19, sostituendo il termometro con uno che indichi non più di 36,8°.

Che cosa è il bilancio dell’impresa

Avevo anche scritto:

Il bilancio si può definire il “biglietto da visita” di un’impresa, ma anche questo paragone ne sminuisce la portata. Il biglietto da visita di ciascuno di noi si limita a comunicare informazioni anagrafiche, attività lavorativa e riferimenti per i contatti.
Il bilancio comunica molto di più, se letto da un occhio attento (e preparato) comunica lo stato di salute dell’impresa (e molto altro). È come se con il biglietto da visita consegnassimo anche la nostra cartella clinica.

A chi sta pensando, bravo tu, con tutte le imprese che sono in crisi. Prima la pandemia e la scarsità e i prezzi elevati delle materie prime, poi il caro energia e l’inflazione e ora pure le conseguenze del conflitto! Lo sappiamo che le imprese sono in difficoltà, ma io quando sto male cerco una cura, non un medico che mi alteri la cartella clinica. Anche perché se lo facesse una volta, poi una seconda, e poi una terza, potrei convincermi che in fondo non è poi così grave falsificare la cartella clinica.
E la quarta volta faccio da solo.

AMMORTAMENTI: LA STRADA DA PERCORRE È LA MODIFICA DELLA VITA UTILE

E a chi sta pensando “ma tanto lo sappiamo tutti che gli ammortamenti li scriviamo per un ammontare pari all’applicazione dell’aliquota ordinaria al costo ammortizzabile, nessuno o quasi stima la vita utile economico-tecnica” rispondo: se è così e si volesse contenere l’impatto degli ammortamenti nel Conto economico, basterebbe modificare la vita utile residua (avevo scritto un articolo sui due casi in cui “conviene” sospenderli – link all’articolo). Non c’è bisogno di una norma che consenta la sospensione.

Tra l’altro, la norma era stata introdotta come forma di contrasto degli effetti negativi della pandemia da Covid-19, il legislatore forse già sa che quest’autunno riesploderà una nuova grave variante?

senza gli ammortamenti, meglio “fermarsi” all’EBITDA

Il bilancio è un importante strumento per gli stakeholder, istituti di credito e fornitori in primis. Per capire il reale andamento economico dell’impresa è meglio a questo punto (ancora più che in passato) focalizzare l’attenzione sul margine rappresentato dall’EBITDA (qui un articolo di approfondimento), che non comprende gli ammortamenti e “sterilizza” pertanto l’eventuale sospensione. In questo modo, è possibile sia valutare l’andamento dell’impresa negli ultimi anni (confronto temporale), sia confrontarlo con le imprese (confronto nello spazio) che non hanno sospeso, in tutto o in parte, gli ammortamenti.

IL FOCUS È SULLA CASSA

Per valutare la capacità dell’impresa di trasformare l’EBITDA in cassa, è bene analizzare i principali risultati del rendiconto finanziario. Naturalmente nei bilanci in cui è presente (quelli in forma estesa), perché i flussi di cassa non mentono. Come scrissi ““We think in profits, but we spend cash”.
Il flusso generato (o assorbito) dall’attività operativa, per comprendere se l’impresa incassa i crediti verso clienti e gestisce correttamente le rimanenze di magazzino e i debiti verso fornitori. Il flusso generato/assorbito dall’attività di finanziamento, per monitorare l’indebitamento finanziario e quello dall’attività di investimento, per capire se l’impresa sta investendo o se è costretta a disinvestire.

PS: La foto mi sembrava adatta (Curon).

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