Se in politica la tanto declamata spending review è stata per anni al centro del dibattito e ha portato come unico risultato il taglio dei numerosi commissari nominati, per poi scomparire senza lasciare traccia alcuna (e siamo anzi passati alle spese folli, vedi bonus vari), la Juve di quest’estate 2023 ha portato avanti la strategia di contrazione dei costi operativi, già iniziata lo scorso anno, tra lo sconforto e la delusione di molti tifosi.
I tifosi della Juve erano abituati troppo bene? Sembrerebbe proprio di sì. Il noto sito specializzato Calcioefinanza ha calcolato che, negli ultimi cinque anni, la Juventus è seconda in Europa nella graduatoria dei club che hanno speso di più, con ben 837 milioni di euro (dietro al Chelsea con 1,2 miliari e davanti al Barcellona con 776 milioni). Il secondo club di Serie A, in tale graduatoria, a debita distanza, è la Roma con 465 milioni.
Molti tifosi si chiedono come mai, nonostante una proprietà solida che ha già dimostrato in passato la disponibilità a supportare il club, sia stata adottata una strategia di mercato che, utilizzando un termine calcistico, potremmo definire “difensivista”. Cercherò di provare a dare una risposta a questo quesito.
Premessa
Mi occupo di professionalmente di bilanci, sono un tifoso ma non un esperto di calcio mercato, pertanto le mie considerazioni saranno prevalentemente legate agli effetti prodotti sul bilancio delle operazioni del mercato estivo appena conclusosi. Non vanno dimenticati i nuovi parametri richiesti dall’UEFA per la partecipazione alle Coppe. Ci potrebbe (in linea teorica) essere ancora qualche sorpresa (poco probabile) dall’Arabia Saudita.
In questi mesi estivi ,mi sto dedicando a scrivere il libro che più mi ha dato soddisfazione degli ultimi anni (promo: dopo avere seguito le vicende sportivo-giudiziarie della Juve ho deciso che fosse il momento di scrivere il libro su come si leggono i bilanci del calcio, sarà pubblicato a breve) ho avuto modo di approfondire diversi aspetti, come le formule contrattuali.
Spending review Juventus: scelta o strada obbligata?
È una scelta obbligata per due ragioni principali:
- la dimensione dei costi operativi (stipendi e ammortamenti calciatori) è strutturalmente incoerente con la dimensione dei ricavi. Per quanto riguarda il prossimo anno (e bilancio), non si può dimenticare che l’esclusione dalla Champions comporterà una contrazione dei ricavi stimata complessivamente tra gli 80 e i 90 milioni di euro;
- l’esigenza di rispettare il nuovo parametro richiesto dall’UEFA per la partecipazione alla Coppe europee: lo “Squad Cost Ratio”.
Se lo squilibrio economico e la conseguente contrazione del patrimonio netto, infatti, potrebbero anche essere contrastati con ulteriori aumenti di capitale, non è così per il nuovo parametro dello Squad Cost. A regime, i costi dei calciatori del Conto economico (retribuzioni lorde e ammortamenti) non dovranno superare il 70% dei ricavi.
Si tratta di un vincolo che inevitabilmente influenzerà le operazioni di mercato dei club. Il nuovo parametro entrerà in vigore per gradi (andrà a regime nel 2025-26) e ci saranno delle vie di uscita per evitare di essere estromessi dalla partecipazione alle Coppe. Tutto ciò premesso, considerato quello che è appena accaduto e la nuova dirigenza, ritengo strategico, nei prossimi anni, cercare di evitare di aprire nuovi conflitti con i vertici dell’UEFA.
La gestione dell’eredità
Va poi considerato che il nuovo Football director ha dovuto “mettere una pezza” a una serie di errori del passato, naturalmente qui entro nel campo delle opinioni personali (ma è un’opinione di molti). La rosa della Juventus era troppo ampia, i numerosi prestiti giunti al termine hanno costretto a concentrare gli sforzi sulla ricerca di cessioni o nuovi prestiti (per ottenere una riduzione del costo degli stipendi a bilancio di giocatori che non avrebbero trovato spazio in prima squadra).
C’erano poi calciatori le cui condizioni contrattuali erano fuori mercato e troppo onerose per il club. Per non parlare di clausole di rinnovo automatico al verificarsi di determinate condizioni, previste in contratti di giocatori con un’età più da fine carriera che da rinnovo. La situazione di partenza era quindi piuttosto complessa.
La spending review consentirà di riconquistare l’equilibrio di gestione?
No. Ma non si possono fare i miracoli. I risultati dei bilanci della Juve degli ultimi anni li conosciamo. L’ultimo disponibile, la semestrale al 31.12.2022, presenta una perdita di oltre 29 milioni. Le stime relative al risultato d’esercizio al 30.06.23 parlano di una perdita compresa in un range tra gli 80 e i 120 milioni di euro che comporterà una contrazione di pari importo del patrimonio netto che al 30.06.22 era di 164 milioni di euro.
Il saldo positivo delle operazioni di mercato è stato calcolato da Calcio e Finanza (precisano come i dati debbano essere presi con cautela, perché i comunicati ufficiali non riportano tutte le informazioni, pertanto, si sono dovuti basare su quanto pubblicato dai media).
Nel citato articolo indicano che il “club bianconero ha lavorato pochissimo in entrata, con tre acquisti a titolo definitivo (considerando i giocatori che faranno parte delle rotazioni della prima squadra), mentre in uscita si registrano nove cessioni (tra operazioni a titolo definitivo, svincoli e prestiti scaduti), alle quali si aggiungono nove calciatori ceduti in prestito“.
Il saldo della Spending review juventus
Il saldo stimato è un impatto positivo nel bilancio al 30.06.24 di oltre 83 milioni di euro (che segue a quello stimato di oltre 90 lo scorso anno). L’effetto delle operazioni di mercato estivo potrebbe, milione più milione meno, compensare la contrazione dei ricavi conseguente all’esclusione della Champions. Ciò significa, però, che le operazioni di mercato, pur avendo prodotto questo importante risparmio, non consentiranno in alcun modo di migliorare il risultato d’esercizio al 30.06.2024. Se i dati si riveleranno corretti, la perdita al 30.06.24 potrebbe essere superiore al residuo di patrimonio netto alla medesima data e richiedere, pertanto, un nuovo aumento di capitale sociale. A meno che nelle prossime sessioni di mercato prosegua l’attività di contrazione dei costi o ottenimento di plusvalenze da nuove cessioni.
La cura dimagrante che la Juventus sta portando avanti da due anni, pertanto, non sembra ancora sufficiente a consentire di chiudere in utile il bilancio (naturalmente, come sappiamo, è in ottima compagnia, ma questa non è certo una consolazione).
C’è stato un ridimensionamento dal punto di vista sportivo?
Nel valutare il calcio mercato dell’estate 2023 della Juventus si devono tenere in considerazione i seguenti aspetti:
- nonostante la significativa spending review, il club non si è privato dei suoi gioielli, i calciatori di maggior valore e/o prospettiva (Vlahovic e Chiesa, ma anche Bremer, Rabiot, Fagioli e non posso, nonostante tutto, non citare Pogba);
- sono stati ceduti in prestito giovani talenti con la clausola di riscatto e contro-riscatto. In questo modo, il club ha alleggerito (quasi sempre) il bilancio del costo dello stipendio, consentendo a giocatori che non avrebbero trovato spazio in prima squadra, di fare esperienza e crescere, mantenendo però il controllo, riservandosi la possibilità in futuro di esercitare il contro-riscatto;
- sono stati acquistati giovani talenti, si tratta naturalmente di scommesse, ma potrebbe essere la via per costruire un futuro vincente.
In conclusione, si può discutere se la Juventus si sia leggermente rafforzata o indebolita, e lascio il dibattito agli addetti ai lavori, ma non mi sembra che si possa parlare di vero ridimensionamento e, dal punto di vista strategico, la strada intrapresa la ritengo condivisibile.
Spending review juventus: Valutazioni conclusive
Per chi, come me e tanti tifosi, ha ancora davanti agli occhi lo stupore, quasi l’incredulità, dell’annuncio che la Juve aveva acquistato CR7, è chiaro che è difficile fare una valutazione razionale del mercato estivo 2023.
Riepiloghiamo però la situazione di contesto:
- l’anno fuori dalle Coppe che comporta l’esigenza di un minor numero di giocatori;
- l’importante contrazione di ricavi (80-90 milioni) conseguente alla condanna nel processo sportivo e sanzione Uefa;
- i nuovi parametri per la partecipazione alle competizioni Uefa che fissano un rapporto massimo tra costi dei calciatori del Conto economico e ricavi;
- l’esigenza della nuova dirigenza di intervenire su situazioni scomode ereditate dal passato;
- l’esigenza di costruire una squadra per il medio lungo periodo, considerati gli obiettivi forzatamente limitati della stagione appena iniziata.
In questa situazione, non avere ceduto i principali gioielli (forse anche per assenza di proposte accettabili, resta il fatto che non sono stati ceduti), avere migliorato significativamente i conti del bilancio, avere investito su giovani talenti, mi induce a esprimere un giudizio più che positivo. Poi, come sempre, la risposta la darà il campo.
Il mio intervento a Juventibus del 7 settembre sul tema del calcio mercato estivo Juventus.
PS1 : è solo una mia sensazione o in questa sessione di calcio mercato sono passati di moda gli scambi?
PS2: la foto è uno scatto fatto con Iphone 12 pro in Islanda: gioielli, di ghiaccio.
Come dottore commercialista con oltre 50 di professione,non posso che complimentarmi per questa veramente ottima analisi sulla situazione economico/finanziaria della Juventus. Alcuni dettagli. 1 La Juventus è riuscita a cedere solo Zakaria e giocatori minori,mentre sarebbe stato necessario, ma non è stato possibile,cedere altri giocatori ( es. Bremer) perché le offerte non erano adeguate e/o avrebbero prodotto minus valenze. 2 Non si capisce perché lo scorso campionato non si è impedito ad Alex Sandro di giocare le tante partite necessarie per il rinnovo automatico a 12 milioni lordi. 3 La cessione di Rovella alle condizioni economiche con cui è stata definita, non aiuta il bilancio,ma riduce la qualità del centrocampo juventino. Si sussurra che sia un “regalo’ di Elkan a Lotito per ragioni che nulla hanno da vedere con il calcio. 4 Gli ipotizzati acquisti della Juve richiesti da Allegri,per ultimo Berardi, in realtà non sono mai stati voluti veramente proprio in ragione dei problemi di bilancio della Juve. Attendo di leggere il Suo libro. Anche alla mia età c’è sempre da imparare.
La ringrazio molto. E’ possibile che le offerte non ci fossero o fossero modeste, però se ai fini del bilancio sarebbero state necessarie, allo stesso modo avrebbero potuto compromettere maggiormente la competitività della squadra mettendo maggiormente a rischio il piazzamento in Champions (con conseguente enorme danno in termini di minori ricavi). Su Alex Sandro penso sia un mistero per molti, anche per me. Rovella immagino derivi dal mercato (valutazione modesta) e la cessione da valutazioni tecniche di direttore sportivo e allenatore che non sono in gradi di valutare. Idem le ragioni extra calcio non si possono mai escludere ma non ne so nulla.