Per chi si accinge a voler capire come leggere un bilancio aziendale, è fondamentale saper individuare chiaramente la differenza tra costo d’esercizio ed investimento. Entrambi sono costi conseguenti ad un acquisto, ciò che cambia è l’utilità che l’impresa può ottenere da essi. Sono costi gli acquisti di materie prime e di merci, di automezzi, impianti, macchinari, attrezzature, software, brevetti, e così via. Una prima caratteristica che consente di distinguere tra costi ed investimenti è la possibilità di ottenere benefici dall’utilizzo del bene acquistato una sola volta oppure più volte.
Se un’impresa acquista la farina per fare i biscotti, una materia prima, sostiene un costo. E quando servirà la farina per produrre i biscotti, una volta utilizzata, la farina non ci sarà più, non potrà quindi essere utilizzata una seconda volta. L’unica soluzione per poter utilizzare della farina è acquistarne dell’altra. Ma se invece l’impresa acquista un’automobile, la situazione è diversa. L’auto potrà essere utilizzata per più di una volta, per più di un anno.
I costi con tali caratteristiche sono definiti “suscettibili di utilizzazione ripetuta” e sono spesso chiamati anche “costi pluriennali”.
L’attributo “pluriennale” deriva dalla possibilità di ottenere utilità da quei costi per più di un esercizio sociale (sul tema dell’esercizio si veda la precedente puntata) e si contrappongono ai “costi d’esercizio”. La farina è un costo d’esercizio da iscrivere nel conto economico in cui è stato effettuato l’acquisto, mentre l’automobile è un costo ad utilità pluriennale ed è pertanto considerato un investimento.
I costi e gli investimenti nel bilancio
Gli investimenti dell’impresa sono iscritti nell’attivo di Stato patrimoniale ed incrementano pertanto il patrimonio dell’impresa. I costi d’esercizio sono invece iscritti nel Conto economico e riducono il risultato d’esercizio. È quindi molto importante che i contabili delle imprese (o coloro che registrano la contabilità negli studi dei commercialisti) nell’interpretare le fatture di acquisto (il documento che viene emesso quando un’impresa effettua un acquisto) riescano a rispondere al quesito iniziale: è un costo d’esercizio o un investimento?
Ho già sottolineato che le decisioni di chi gestisce l’impresa non devono produrre effetti distorsivi nel bilancio, è il redattore che deve fare in modo che il bilancio rappresenti correttamente il risultato d’esercizio ed il corrispondente patrimonio netto. E la corretta applicazione dei principi alla base della redazione del bilancio consente di raggiungere tale obiettivo. Nel caso della farina e dell’automobile tale distinzione è davvero semplice, ma non è sempre così. Se un’impresa mandasse un proprio dipendente a seguire un corso di formazione sostenendo il costo della quota di iscrizione, tale costo sarebbe un costo d’esercizio oppure un investimento?
La risposta a questa domanda, per chi non conosce i principi contabili, non è affatto agevole. Nella sostanza è certamente un investimento, non c’è niente di meglio rispetto ad investire sulle competenze dei propri collaboratori. Ma ai fini del bilancio, quel costo non è un investimento (lascio volutamente in sospeso il motivo). Ci sono numerose situazioni in cui per rispondere al quesito iniziale è necessario essere conoscitori della materia.
come leggere un bilancio aziendale: gli ammortamenti
Complichiamo un pò il ragionamento iniziale. È certamente vero che l’auto la possiamo utilizzare molte volte, diversi anni, ma è anche vero che non è per sempre (quello è lo spot del diamante!). Immaginiamo di considerarla un elemento che incrementa il patrimonio dell’impresa, ovvero la sua ricchezza, per sempre. Siamo tutti d’accordo immagino se affermo che dopo venti anni sarebbe difficile continuare a considerarla un elemento dell’attivo che incrementa la ricchezza, perché sarebbe poco più di un rottame. Non è sufficiente distinguere tra costi d’esercizio e investimenti.
Successivamente bisogna rispondere ad un ulteriore quesito: per quanti anni riteniamo che la nostra impresa potrà trarre utilità dall’utilizzo dell’auto?
Ipotizziamo che la risposta (è una stima soggettiva che dipende da numerosi fattori, l’intensità di utilizzo, il tipo di utilizzo, l’evoluzione tecnologica, ecc.) sia cinque anni. Significherebbe che riteniamo che dopo cinque anni l’auto dovrà essere sostituita con una nuova. L’impresa riesce a svolgere la propria attività anche grazie al fatto che ha a disposizione l’auto.
ammortamento e concetto di competenza economica
Per fare in modo che nel CE partecipino tutti i costi che consentano di determinare un risultato d’esercizio corretto, si dovrà anche considerare il “contributo” dell’auto. Ecco allora che se in una prima fase il contabile deve interpretare il documento e registrare correttamente l’operazione. Successivamente, per predisporre il bilancio d’esercizio bisogna intervenire nuovamente (anche se questa volta non c’è alcun nuovo documento). Si deve scrivere un costo nel CE, relativamente all’auto e, contemporaneamente, ridurre il costo di iscrizione dell’auto nello SP in misura corrispondente.
Tale processo prendere il nome di “processo di ammortamento”. Il costo che si iscrive nel CE rappresenta la quota “consumatosi” nell’esercizio dell’auto prende il nome di ammortamento. Ad esempio, se abbiamo acquistato un’auto da € 20 mila all’inizio dell’anno, nel CE si andrà ad iscrivere un ammortamento pari a 4 e nello SP si iscriverà l’auto al valore di 16. L’anno successivo si scriverà nuovamente un ammortamento di 4 nel CE e l’auto in SP al valore di 12, e così via. Vale lo stesso discorso se l’impresa ha acquistato un terreno? No, perché il terreno, a differenza dell’automobile, non ha una “vita utile limitata nel tempo”, pertanto, non si deve ammortizzare.
L’investimento nel calciatore
E se una squadra di calcio acquista un calciatore con un contratto triennale?
Questo è un caso molto particolare, perché le persone non possono essere acquistate. Si può soltanto acquistare il diritto ad usufruire delle prestazioni sportive. Sarà questo costo ad essere considerato un investimento e ad essere ammortizzato nel periodo in cui si potrà disporre di tali prestazioni (nell’esempio, tre anni). Ma di come leggere un bilancio aziendale nel caso di una squadra di calcio ne parleremo magari più avanti.
COME LEGGERE UN BILANCIO AZIENDALE: le rimanenze di magazzino
Torniamo all’esempio dell’impresa produttrice di biscotti. Per non rischiare di terminare la farina e dover interrompere la produzione, l’impresa ne avrà acquistata un pò più rispetto a quanta ne sarà stata consumata. Così a fine anno un pò di chilogrammi di farina risulteranno non ancora utilizzati. La farina continua a poter essere utilizzata una volta soltanto, ma quella non ancora utilizzata non è più un costo, è diventata un investimento. L’impresa che dispone della farina è più ricca di chi avendo i magazzini vuoti dovrà comprarla nuovamente.
Allo stesso modo il costo della farina non consumata non può essere considerato un costo d’esercizio, perché non avendo l’impresa ottenuto alcun beneficio dalla farina, significa che quella farina “avvantaggerà” l’esercizio successivo. Non sarebbe cioè corretto considerarla come costo che partecipa alla determinazione del risultato d’esercizio. Ho introdotto il tema delle rimanenze di magazzino.
La scrittura di chiusura
A fine anno, l’amministratore nel bilancio deve eliminare l’effetto dei costi iscritti nel corso dell’anno per l’acquisto della farina, limitatamente alla quota non utilizzata.
Naturalmente a condizione che la farina sia ancora in un buono stato ed utilizzabile l’anno successivo. Contemporaneamente il costo che non viene più considerato “d’esercizio”, sarà iscritto in SP tra le attività e andrà ad incrementare il patrimonio dell’impresa. Tornando al quesito iniziale, come leggere un bilancio aziendale, nello SP troveremo la farina non utilizzata come “rimanenze di materie prime”. In conclusione, nel corso dell’anno i costi sono iscritti nello SP se consentono di ottenere utilità per più esercizi oppure nel CE se non hanno utilità pluriennale.
A fine anno (nella cosiddetta “fase di chiusura” del bilancio), si deve intervenire nuovamente. Si deve individuare la quota dei costi iscritti in SP da inserire nel CE (l’esempio dell’ammortamento dell’auto). Allo stesso modo i costi non ancora utilizzati iscritti in CE devono essere stornati (se ne deve cioè eliminare l’effetto sul risultato d’esercizio), ed iscritti in SP.
come leggere un bilancio aziendale: Le costruzioni in economia
Le imprese però in alcuni casi invece di rivolgersi ad altre imprese per fare investimenti, lo realizzano al proprio interno. Un’impresa che ha bisogno di un macchinario, se possiede le competenze tecniche richieste, potrebbe deciderlo di farlo realizzare dai propri dipendenti. In questo caso, non arriverà mai la fattura, il documento con indicata la tipologia di macchinario ed il prezzo. Questo perché l’impresa non si è rivolta ad un fornitore esterno. Quando però il macchinario sarà pronto per l’uso, la situazione nella sostanza sarà la stessa, l’impresa si troverà a disporre di un nuovo macchinario e ne avrà sostenuto il costo (di produzione e non di acquisto). Conseguentemente, anche nel bilancio la situazione dovrà essere la stessa dell’acquisto dal fornitore esterno, ma come si fa?
L’imprenditore deve prima di tutto ricordarsi di tenere memoria del costo di realizzazione del macchinario. A tal fine dovrà rendicontare su una scheda extra contabile i materiali utilizzati e far indicare dai dipendenti le ore di lavoro dedicate (e altre componenti che qui tralascio). Nello SP dovrà essere iscritto il macchinario realizzato internamente (si dice in gergo contabile “in economia”) al costo sostenuto. Nel CE deve essere “annullato” il costo sostenuto, in quanto materiali, ore di lavoro e gli altri costi attribuibili al macchinario non sono costi d’esercizio, ma investimenti.
Nel leggere il CE, se l’impresa ha realizzato beni internamente si troverà movimentata la voce all’interno del “valore della produzione”, “Incremento immobilizzazioni per lavori interni”. In questo modo i costi non di competenza sono stornati indirettamente. Significa che non vengono cancellati i costi non di competenza (che hanno segno algebrico “meno”), ma ne viene annullato l’effetto movimentando una voce iscritta tra il valore della produzione (viene cioè iscritto l’importo con segno algebrico “più”).
Politiche di bilancio (perfettamente legali)
Quando un’impresa ha un risultato d’esercizio non soddisfacente, una delle politiche di bilancio che potrebbero migliorare il risultato d’esercizio, se ci sono i presupposti previsti dai principi contabili, è proprio quella delle capitalizzazione. Mentre nel caso del macchinario è obbligatorio effettuare la capitalizzazione, in quanto i costi sostenuti sono un investimento, in altri casi, dove è più complicato dimostrare la possibilità di ottenere benefici futuri, la capitalizzazione è un’opzione. L’esempio è quello dei costi di sviluppo che, in presenza di una serie di requisiti, possono essere capitalizzati.
Ciò significa che quando le imprese hanno ottimi risultati d’esercizio, preferiscono in molti casi lasciarli in CE, per ridurre il carico delle imposte. Quando le cose non vanno troppo bene, invece, si preferisce capitalizzarli. Ma, lo ribadisco, soltanto se sono presenti i requisiti! Attenzione però, le capitalizzazioni incrementano il risultato d’esercizio ma non la cassa! (per chi si fosse perso la puntata!)
PS: a proposito di costi ed investimenti, un viaggio in Cambogia (foto) è sicuramente un bell’investimento!
da oggi puoi approfondire con 2 libri:
LE BASI: COME LEGGERE IL BILANCIO DELL’IMPRESA. Un approccio semplice ma rigoroso.
L’ANALISI DI BILANCIO: COME VALUTARE LA PEFORMANCE DELL’IMPRESA. Un approccio semplice ma rigoroso.
Complimenti per gli interessanti articoli Prof. Bava. Li leggo sempre con grande piacere.
Grazie, mi fa piacere!
È sempre un piacere leggere i suoi articoli sul blog. Riesce incredibilmente a trasformare concetti che possono sembrare complessi in fatti semplici di vita quotidiana. Questo secondo me rende ancora il tutto più interessante, complimenti.
Grazie molte, non può che farmi molto piacere il suo commento, l’obiettivo è proprio quello, cercare di rendere comprensibile un pò a tutti una materia in genere di interesse soltanto per gli addetti ai lavori.
Complimenti davvero chiaro ed efficacie
grazie molte! qualora fosse interessato ci sono sei puntate in tutto al momento
Complimenti !!
grazie, mi fa piacere
Complimenti per la chiarezza e la disamina dell’argomento!
grazie!