Plusvalenze Juventus: game over

La Juventus sulle plusvalenze è stata condannata (un eventuale ulteriore ricorso non cambierà la sostanza). Ho studiato la prima sentenza di condanna nel processo sportivo, perché riguardava bilanci, revisori e organi di controllo, tematiche che mi appassionano e di cui mi occupo in ambito accademico e professionale da oltre 25 anni. La complessità tecnica, unitamente all’esigenza dei media di suscitare clamore e, temo, in alcuni casi, la scarsa lucidità provocata dall’odio verso la Juve, hanno indotto molti dei primi commentatori a limitarsi a fare il copia incolla della Sentenza.

D’altra parte, per chi non si occupa professionalmente di bilanci, è davvero difficile capirla. Quando ho scritto il primo articolo (Motivazioni della Sentenza plusvalenze Juventus) non immaginavo che avrebbe suscitato tanto clamore (300k visualizzazioni Twitter), interviste su quotidiani nazionali (Corriere della Sera, ed. Torino, Tuttosport), inviti ad intervenire su Juventibus (dove ormai mi sento di casa), Colpo Gobbo, Liberi Oltre che stimo e seguo da anni, diffusione dei miei lunghi tweet dall’account twitter di Juventinovero (@JU29ROTEAM), baluardo della difesa mediatica della Juventus fin dai tempi di calciopoli.
Tutto questo è stato favorito da un fatto, a miei occhi “incomprensibile”, quasi nessuno, tra i miei colleghi professori e/o commercialisti, ha ritenuto “opportuno” esporsi (nemmeno per criticare, nel merito, i miei articoli).

A conclusione di questa vicenda, propongo alcune mie riflessioni:

Non si critica una Sentenza di condanna della Juventus.

Conosco le regole della comunicazione, ma mi ha stupito la “condanna preventiva” della Juventus, la “scarsa” propensione dei principali mezzi di comunicazione nel dare spazio a voci critiche (con l’eccezione, per quanto mi riguarda, del dott. Nerozzi del Corriere della Sera, “non amato” dai tifosi juventini per la pubblicazione delle carte della procura, ma che ha anche dato visibilità ai miei articoli critici della Sentenza). Nessun quotidiano, che io sappia, ha pubblicato commenti tecnici sul ricorso della Juventus, un vero peccato. Ma perché non si critica la Sentenza? Non lo so. È stata un’eccezione Tuttosport, che ha pubblicato anche analisi di avvocati critici verso la Sentenza, quotidiano sportivo, però, vicino alla fede juventina.

Trovo tutto ciò piuttosto grave, perché il continuo “indottrinamento” tramite la pubblicazione di intercettazioni e tesi dell’accusa, inevitabilmente crea un clima di condanna preventiva (quel sentimento popolare citato da un noto quotidiano sportivo) e falsa la realtà dei fatti (mi auguro che non influenzi anche le decisioni di chi è chiamato a giudicare, ma non si può certo escludere). Una mia ipotesi, è che le regole della comunicazione inducano a scrivere ciò che si pensa voglia sentirsi dire il lettore che, come noto, è colpevolista sempre (ancora di più quando si tratta di Juventus). Questo non ci rende un Paese civile.

Perché esporsi, chi te l’ha fatto fare

Sono da sempre tifoso della Juve, ma sono il tipico tifoso juventino moderato. Questa piccola esposizione mediatica mi ha portato a essere apprezzato e seguito da tifosi juventini, ma ha anche suscitato una generale freddezza nei miei confronti da parte di molte persone. Sapevo di entrare in un terreno di gioco pericoloso, e non a caso i miei articoli, prima di essere pubblicati, non solo li ho sempre riletti chiedendomi se alcune mie affermazioni potessero essere fraintese, li ho sempre anche sottoposti all’esame attento di amici colleghi qualificati (compreso un amico interista!). Ho ricevuto numerosi complimenti “vai avanti”, “sono d’accordo con te” in privato, ma pochi in pubblico. E non mi riferisco alle opinioni dei tifosi, ma a persone qualificate da cui mi sarei aspettato meno ritrosia a esporsi.

La Juventus è odiata

Per me è inconcepibile, io conosco solo il tifo a favore, ma capisco che un tifoso della Juve è favorito, perché è abituato a godere delle vittorie della propria squadra del cuore. Ho letto con interesse il libro di Massimo Zampini in cui spiega il “modello di comunicazione” quando c’è di mezzo la Juventus e mi sono davvero stupito nel trovare riscontri di quello che ha scritto (es. il goal di Turone), in questi mesi in cui seguo da vicino tutto ciò che riguarda la Juve. Forse è la regola del mercato, i tifosi della Juve sono milioni, ma tutti gli altri insieme sono molti di più. Sono proprio i media, spesso, a innaffiare questo odio, per non parlare dei giornalisti/opinionisti che dell’odio verso la Juve ne hanno fatto il proprio core business (cit.)

Criticare una Sentenza non significa sostenere l’innocenza della Juventus e dei suoi vertici

Questo è l’aspetto più difficile da comunicare a chi non ha “sensibilità” giuridica o onestà intellettuale. Io non ho mai scritto o parlato in qualità di tifoso della Juventus, ma sempre e soltanto sul piano tecnico, esprimendo certamente opinioni, ma di cui sono convinto e ampiamente motivate. In molti (si pensi al “sentimento popolare”) non riescono a capire che una Sentenza di condanna non può non spiegare in modo chiaro le prove della colpevolezza. E ciò indipendentemente dall’innocenza o meno degli accusati. Io non conosco i fatti e, quindi, non potrei sostenere l’innocenza della Juve sulle plusvalenze e non l’ho mai fatto. Molti però faticano a capire che le intercettazioni non dimostrano nulla, sono solo un importantissimo strumento per le indagini.

Non capiscono che quella condanna per dissimulazione della natura permutativa e per l’alterazione dei valori dei calciatori incrociati è qualcosa che ha dell’incredibile, poco più di un’accozzaglia di affermazioni maldestre, io non vorrei mai essere tra gli estensori di quel documento. Purtroppo, proprio per l’odio di cui parlavo prima, temo che siano stati troppo pochi, tra i non tifosi juventini, ad aver avuto l’onesta intellettuale di leggere e riflettere sulle critiche che ho sollevato, ma sono sicuro che almeno una parte degli addetti ai lavori l’ha fatto e questo mi basta. Qualcuno starà pensando “Ma i giudici l’hanno condannata”. La mia risposta è che talvolta le Sentenze, anche definitive, sono sbagliate e devono essere criticate.

Il processo sportivo è “stupefacente” e deve essere riformato

Confesso, è la prima volta che analizzo così in dettaglio Sentenze in ambito sportivo. Mai avrei immaginato che potessero essere scritte così male come quella che ha condannato a 15 punti di penalità la Juve. Non lineare, complicata, con affermazioni apodittiche, affermazioni non vere, discutibili e persino con un “errore” clamoroso. E poi sono arrivate quelle successive, che non mi sono sembrate migliori, ma non voglio invadere il campo degli avvocati. Mi limito a dire che per il bene del calcio è necessaria una riforma del processo sportivo. C’è un codice di diritto sportivo che viene interpretato e piegato a ciò che si vuole sostenere, è inaccettabile. Devono essere fissate delle regole chiare che non si prestino a interpretazioni “in libertà”.

A dire il vero, molte regole mi sembrano già chiare, forse è chi le applica che si muove in libertà. Se un articolo (n. 31) afferma che l’errore in bilancio è punito con un’ammenda, non bisogna essere giuristi per capire che l’errore in bilancio non può portare anche ad una penalità in punti. E questa interpretazione è rafforzata dal comma in cui si prevede la penalizzazione anche in punti qualora l’errore in bilancio sia stato strumentale all’iscrizione al campionato. Letto a contrario, significa che un errore non strumentale all’iscrizione al campionato non può essere associato alla penalizzazione in classifica.

Plusvalenze Juventus: la condanna e Il Jolly dell’articolo 4

Per non parlare del famoso art. 4, che avendo natura residuale, non dovrebbe essere richiamato per fattispecie disciplinate. Si obietta che la società risponde per la slealtà dei suoi dirigenti, ma gli errori in bilancio non possono che essere commessi da persone. Oltre al fatto che, nel 99% dei casi, si tratta di comportamenti intenzionali e, conseguentemente, “sleali” nell’accezione in cui è stato utilizzato il concetto di slealtà. Ma poi mi chiedo, siamo sicuri che la slealtà sportiva (come simulare di essere stati spinti in area di rigore) sia associabile al tema dei bilanci? Per non parlare del fatto che si prevedono penalizzazioni di uno o più punti.

E nell’interpretazione di chi è chiamato a giudicare si definisce la penalità, ad esempio, 15 punti e poi 10, senza dover spiegare in alcun modo come sono stati calcolati… e molti giornalisti sportivi non trovano nulla di strano in tutto ciò, incredibile (per fortuna anche in questo caso ci sono lodevoli eccezioni).

C’è persino chi lo spiega con il fine di non consentire di giocare le coppe, questa sarebbe l’afflittività, che imbarazzo. Per non parlare di chi rappresenta l’accusa e chiede prima 9 punti e poi, sulla base delle stesse carte, passa a 11 (è qualcosa che mi fa quasi tenerezza). Non merita poi quasi nemmeno la pena di essere citato quello che è accaduto con le condanne, mi viene da ridere se penso che la celerità è prioritaria nel processo sportivo. Che le pene dovrebbero essere comminate solo a conclusione del processo sportivo come ormai sostengono diversi avvocati di diritto sportivo mi sembra non solo condivisibile, trovo incredibile che non sia già così.

La Juventus è stata condannata, tutto inutile?

Me lo sono chiesto, ma no, anche se ovviamente sono molto amareggiato dall’esito, allo stesso tempo non ho nulla da recriminarmi. Sapevo fin dall’inizio che il successivo grado di giudizio non avrebbe riguardato il merito, ma solo questioni di diritto (e questa è una delle incredibili storture di questo processo che, nel merito, ha avuto un solo grado di giudizio). I miei articoli sono pubblicati sul blog e rimarranno a futura memoria. E nessuno, finora, ha saputo/voluto criticare, con argomentazioni valide, quello che ho scritto. Mi auguro di avere contribuito a divulgare il contenuto e le criticità della Sentenza, cercando di fare capire che in quella Sentenza di prove cosiddette concludenti, non ce ne sono, a differenza dei titoloni riportati sui quotidiani.

Ho ricevuto testimonianze di stima da parte di persone qualificate che mi hanno fatto molto piacere (anche se quasi sempre solo in privato). Forse mi illudo, ma ritengo che la consapevolezza che le Sentenze sono analizzate con spirito critico induca, alla lunga, anche gli estensori a porre maggiore attenzione. Ho poi conosciuto persone interessanti che mi auguro, in futuro, di avere l’occasione di incontrare anche di persona e non solo attraverso un monitor.

Dove ha sbagliato la Juventus e come evitare passi falsi in futuro.

Indossare la maglia della Juve è una responsabilità, non è come indossare una maglia di un’altra squadra di calcio. E ciò vale non solo per i giocatori, ma anche per dirigenti e vertici della società. L’esito discusso (e discutibile) di calciopoli non sembra essere stato un monito sufficiente. Se lavori per la Juve devi comportarti in modo ineccepibile (e al telefono ricordarti che si può essere fraintesi). Come qualunque società, la Juve deve fare un’attenta analisi dei rischi aziendali (ex 2086 c.c., come spiego ai convegni per commercialisti) e, successivamente, valutare come gestirli al meglio, nell’ottica di ridurre al minimo la probabilità che si manifestino e/o le conseguenze.

Qual è il maggior rischio per una società di calcio? Per squadre i cui proprietari non hanno molti mezzi, il rischio potrebbe essere di tipo finanziario, considerati i diffusi squilibri di bilancio, ma non è il caso della Juve (grazie alla solidità dell’azionista di maggioranza).

L’interesse mediatico verso tutto ciò che riguarda la Juve è enorme.

E allora qual è il maggior rischio da cui deve tutelarsi la Juve? È il rischio reputazionale.

Lo so che ora qualche tifoso farà una smorfia ma, a mio parere, per la Juve la reputazione deve venire ancora prima delle vittorie sul campo. L’unico modo per difendersi in modo efficace da eventuali nuove future accuse e spazzare via questa fastidiosissima (per i tifosi juventini naturalmente) abitudine ad additare alla Juventus qualsiasi nefandezza, è essere eticamente inattaccabili. Lo devono essere i giocatori in campo, a costo di ottenere una punizione o un rigore in meno, e lo devono essere ancor di più vertici e dirigenti. Quando la Juve ci riuscirà, l’odio con il tempo scemerà e lascerà il posto soltanto all’invidia.

Due libri per approfondire lo studio del bilancio:
LE BASI: COME LEGGERE IL BILANCIO DELL’IMPRESA. Un approccio sem
plice ma rigoroso.
L’ANALISI DI BILANCIO: COME VALUTARE LA PEFORMANCE DELL’IMPRESA. Un approccio semplice ma rigoroso.

14 commenti su “Plusvalenze Juventus: game over”

  1. Buongiorno Fabrizio,
    mi permetto di darti del tu sia in qualità di co-tifoso che di collega dottore commercialista. In passato ho anche partecipato a convegni in cui eri relatore.
    Sono juventino dai tempi di Omar Sivori, e mai avrei pensato di vivere una situazione come questa. Consideravo farsopoli una sorta di incidente di percorso, in qualche modo anche “agevolato” (o comunque non convintamente contrastato) dalla proprietà stessa. Ma adesso ogni limite è stato oltrepassato, e nulla sarà mai più come prima. Non credo che “l’odio con il tempo scemerà e lascerà il posto soltanto all’invidia”. Sono pessimista, disilluso. Il fatto che i tifosi della Juve siano milioni, “ma tutti gli altri insieme … molti di più” è oggettivo, e non vedo possibilità indurre al ragionamento i “molti di più” (non dimentichiamo che, trattandosi di tifosi di calcio, sono probabilmente la categoria di persone più irragionevole…).
    Che fare allora?
    Credo poco in una riforma del processo sportivo. Credo invece che la Società debba incominciare a pensare all’idea di oltrepassare i confini dell’Italia. Superlega, eventuale iscrizione ad un campionato estero… Idee di difficile (impossibile?) realizzazione, convengo, però non vedo alternative alla prepotenza dei “molti di più”.
    Cosa dovrebbero fare invece i tifosi? Posso dire quello che farò io, premettendo che non mi sento più attratto da un torneo – il campionato italiano – truccato, falsato. Quindi secondo me i tifosi dovrebbero togliere ossigeno (=soldi) al sistema. Ho già disdetto e gennaio l’abbonamento alla pay TV e, a meno che la Juve non si rivolga alla giustizia amministrativa per ottenere quanto meno il ristoro dei danni, non rinnoverò l’abbonamento allo stadio (peraltro lo utilizzavo poco…). Gli Juventus club dovrebbero fare altrettanto e smettere di organizzare trasferte.
    A pochi anni dai 70, sarà una svolta nella mia vita (sarà felice, forse, solo mia moglie 😉 ) però, ad ora, non vedo alternative.
    Buona domenica!

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  2. Grazie Prof. Bava.
    Ritengo anche io la questione reputazionale di primaria importanza, ma sul cosa debba fare la Juve, io vedo solo due scelte:
    1) Accettare supinamente Farsopoli (cosa che hanno fatto) e l’ultima farsa plusvalenze/stipendi/bilancio (cosa che sembra si apprestino a fare), accontentandosi della modifica promessa della Giustizia Sportiva (chi la farà? Chi occupa i vertici dal 2006 e che continuerà a gestirla…). In pratica rimanere scientemente in un contesto corrotto e ostile. Puro masochismo…
    2) Fare di tutto per mantenere questa Giustizia Sportiva, senza modificare una virgola ma infondere tutte le (ingenti) forze per spodestare chi comanda subdolamente dal 2006 e arrivare a quei posti di comando. A quel punto gestire la GIUSTIZIA SPORTIVA come hanno fatto loro sistemando farsopoli e quest’ultima porcata togliendo scudetti e usare l’art.4 come una sciabola.
    Tutto il resto… è noia.

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  3. Articolo eccellente a cui faccio un solo appunto, relativo alla conclusione. Purtroppo sono convinto che tra odio e invidia ci sia un legame indissolubile con il primo frutto diretto della seconda. E non mi si parli di “invidia buona”, l’invidia “buona” non esiste o quantomeno ha altri nomi: ammirazione, stima, rispetto. E’ celebre una considerazione di Enzo Ferrari riguardo agli italiani: perdonano tutto, ai ladri, agli assassini, ai sequestratori, a tutti, ma non perdonano il successo.

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  4. Purtroppo tanti italiani non leggono le notizie ma le “sfogliano”, senza chiedersi cosa stanno leggendo, da quale fonte arrivano quelle notizie ed il perché.. Ci sono tanti esperti tuttologi” che alla velocità della luce passano dalla sedia del bar dello sport alla cattedra per spiegarci cose in ambito finanziario, legale, medico, assicurativo,…
    Lei, Professore, è l’unico che ha avuto il coraggio di analizzare i fatti e rappresentare un’altra chiave di lettura. In tutti i suoi articoli ha condiviso riflessioni che mi hanno consentito di capire qualcosa in più.
    Grazie, soprattutto da tifoso juventino

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    • Grazie a lei per queste belle parole, purtroppo è spesso così, facciamo tutti sempre tutto troppo in fretta e gli opinionisti sono sempre gli stessi, indipendentemente dal tema del momento.

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  5. Caro Professore,
    da medico provo ammirazione per il rigore e l’onestà delle sue valutazioni e mi voglio complimentare con Lei.
    Grazie di cuore

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  6. Caro Fabrizio, io volevo avvisarti…
    Gli italiani sono superficiali per natura, spesso non approfondiscono nemmeno ciò che li riguarda direttamente; ad esempio in pochi conoscono il sistema elettorale che porta a rappresentarli, in pochi conoscono il sistema fiscale che porta a tassarne il reddito.
    Davvero ti stupisci che il mondo sportivo (tifosi, giornalisti e media) abbia tempo, voglia ed interesse di approfondire un tema tanto complesso, imparandone i tecnicismi e analizzando criticamente le sentenze?
    La giustizia sportiva, non lo scopriamo oggi, è una barzelletta: sommaria e sbrigativa!
    Ciò detto buon fine campionato!
    Un abbraccio

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    • Grazie Davide, naturalmente hai ragione (e potremmo dire, si vedono spesso i risultati anche in ambito politico, anche se l’attenuante è che dobbiamo scegliere spesso il “meno peggio”). Non avevo mai seguito prima la giustizia sportiva, l’aspetto sorprendente è che qui sono in gioco decine di milioni di euro se non di più e un’azienda con quasi mille dipendenti, queste tematiche meriterebbero di essere trattate con maggiore serietà. A presto! E apprezzo ancora di più quello che hai scritto, sapendo che non sei di fede juventina.

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  7. Il processo sportivo è un coacervo di regole anacronistiche e di presunzioni, indecenti per un paese civile, ma – ahimè – il processo mediatico e le sentenze di condanna “preventive” dei mass media sono un triste spettacolo a cui si assiste quotidianamente (in tutte le branche del diritto!)
    L’equiparazione indagato = condannato è sempre più forte nell’opinione pubblica…
    A cosa servono allora Giudici, processi, avvocati, codici e leggi?

    Grazie a chi, come il prof. Bava, ha avuto il coraggio di esporsi con la forza delle sue solide argomentazioni e non in maniera tifosa o preconcetta. Il fatto che non abbia ricevuto repliche, nel merito delle sue argomentazioni, rende ancora più valide le tesi e fallaci le antitesi.
    Urlare allo scandalo è facile, sostenerlo e motivarlo molto più complesso, controbattere ad un esperto (riconosciuto come tale a livello internazionale) sul proprio terreno, come si è visto, impossibile.
    Non possiamo che ringraziare il contributo del prof. Bava e l’attenta analisi e ricerca della verità che ha permesso, a chiunque abbia letto i suoi articoli, di capire qualcosa in più di questa vicenda e delle sue storture.

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    • Grazie Edoardo, l’equiparazione indagato = condannato non ci rende a volte un Paese civile, chi si trova come te da avvocato a “combattere” tutti i giorni con i processi mediatici certamente non si può stupire di come siano gestiti i processi sportivi. Grazie dell’appoggio e delle belle parole!

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  8. Grazie per il suo contributo fondamentale se non altro per cercare di capire e anche per non sentirsi così “soli” in una situazione che avrebbe ispirato Kafka o Pirandello e forse in alcuni casi Ionesco. Nel tifo moderato e sempre e solo a favore mi riconosco pienamente. Grazie ancora

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